L’idea di Blue Economy è stata introdotta dall’economista belga Gunter Pauli, ispirandosi al concetto di biomimesi, ossia imitare il funzionamento efficiente della natura.
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Fondamenti della Blue Economy
La Blue Economy si concentra sull’utilizzo sostenibile delle risorse marine, costiere e degli oceani. Include settori come la pesca, l’acquacoltura, la trasformazione alimentare, la cantieristica navale, il turismo costiero e le attività estrattive.
La Commissione europea ha destinato fondi considerevoli per promuovere questo settore e stimolare l’innovazione tecnologica, con l’obiettivo di creare posti di lavoro, ridurre le emissioni di carbonio e preservare gli ecosistemi marini.
Differenze rispetto alla Green Economy
A differenza della Green Economy, che mira a ridurre l’inquinamento e l’uso di risorse, la Blue Economy si concentra su un utilizzo efficiente delle risorse esistenti, riducendo al minimo gli sprechi e generando profitti.
Questo approccio richiede innovazione tecnologica e una trasformazione dei materiali precedentemente considerati rifiuti in risorse utili.
La Blue Economy in Europa e in Italia
L’economia blu offre opportunità economiche, sociali ed ambientali significative. In Europa, rappresenta una parte considerevole del commercio estero e crea posti di lavoro ad alto valore.
Inoltre, contribuisce a ridurre le emissioni di carbonio e a preservare gli ecosistemi marini, garantendo la sostenibilità a lungo termine.
L’Italia, con la sua vasta costa, è uno dei principali attori nell’economia blu europea. Il turismo costiero e le iniziative imprenditoriali nel settore stanno contribuendo a generare valore aggiunto significativo per l’economia nazionale, soprattutto nelle regioni meridionali.
Tuttavia, è necessario un impegno continuo per garantire uno sviluppo sostenibile e preservare le risorse marine per le generazioni future.
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